Cronaca2 maggio: ritornano i concerti per due pianoforti al Ravello Art Center

2 maggio: ritornano i concerti per due pianoforti al Ravello Art Center

Inserito da (ranews), martedì 1 maggio 2018 12:00:46

Mercoledì 2 maggio alle 19, in quella che fu la vecchia cantina della famosa Casa Vinicola Caruso, Carla Aventaggiato e Maurizio Matarrese eseguiranno, su due pianoforti, la Sonata op.34 bis di Johannes Brahms, En blanc et noir di Claude Debussy e la Rapsodie espagnole di Maurice Ravel.

 

La Sonata op.34 bis di Brahms è una trascrizione, dello stesso Brahms, di un suo Quintetto per archi che l'amico violinista Joseph Joachim consigliò di trasformare in un'opera di più agevole interpretazione. La sonata fu eseguita per la prima volta da Brahms in duo con Karol Tausig a Vienna il 17 aprile 1864. Successivamente l'opera fu nuovamente trascritta, diventando il famoso Quintetto per archi e pianforte op.34. Anche questo quintetto è in programma nella stagione 2018 della Ravello Concert Society e sarà eseguito all'Annunziata a Ravello il 1° ottobre.

 

I tre Capricci En blanc et noir (dal colore dei tasti del pianoforte) furono scritti da Debussy in un periodo della sua vita incline alla depressione a causa della guerra, e sono preceduti tutti da una dedica e da un testo che rivelano lo stato d'animo dell'autore. Il primo movimento porta una citazione dal "Romeo e Giulietta" di Gounod in cui il Vallas ha letto un'allusione agli uomini che eludono i doveri militari ed è dedicato "al mio amico Kussevitsky"; il secondo, una citazione da Villon in memoria del tenente Jacques Charlot, "ucciso dal nemico" (nel brano echeggia, in contrapposizione al corale tedesco, anche uno spunto della "Marsigliese"); infine l'ultimo movimento assume le parole di Charles d'Orléans "Yver, vous n'ètes qu'un vilain" e per la sua dedica a Strawinski apre nuovi orizzonti espressivi.

 

La Rhapsodie Espagnole di Ravel rappresenta un omaggio dell'autore francese alla sua seconda patria. Ravel, pur francese, era infatti nato a Ciboure, un paese basco a pochi chilometri dal confine e adorava la musica spagnola, che era parte della sua educazione musicale. Commentò Maurice De Falla ascoltando la prima volta la Rhapsodia Espagnole: «[...] L'ispanismo di Ravel non era affatto ottenuto mediante una pedissequa utilizzazione di documentazioni popolari, ma con un libero impiego di ritmi, melodie modali ed evoluzioni proprie della nostra lirica popolare».

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