CronacaCaos alla Fondazione Ravello, De Luca boccia scelte Scurati e lui si dimette: «Sono un uomo libero». Cda e Cdi: «Le norme si rispettano»

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Caos alla Fondazione Ravello, De Luca boccia scelte Scurati e lui si dimette: «Sono un uomo libero». Cda e Cdi: «Le norme si rispettano»

Si è dimesso il presidente della Fondazione Ravello Antonio Scurati: «Mi sono bastati, purtroppo, pochi giorni per accertare che i soci fondatori della Fondazione Ravello non rispettano la libertà intellettuale e ignorano i valori della cultura». Cda e Cdi: «Essere liberi presuppone il rispetto delle norme»

Inserito da (Maria Abate), sabato 19 giugno 2021 09:44:15

A sole due settimane dalla nomina, si è dimesso il presidente della Fondazione Ravello Antonio Scurati.

«Mi sono bastati, purtroppo, pochi giorni per accertare che i soci fondatori della Fondazione Ravello non rispettano la libertà intellettuale e ignorano i valori della cultura. Da uomo di cultura e, soprattutto, da uomo libero, scelgo di rassegnare le dimissioni dalla carica di presidente». Queste le parole dello scrittore, messe su carta in una lettera inviata al cda.

Al centro della polemica la scelta di Scurati di ospitare Roberto Speranza, Roberto Saviano e Stefano Boeri al Festival, non gradita al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che ieri pomeriggio, in diretta Facebook, ha commentato così: «Le iniziative che si mettono in piedi devono essere coerenti con la natura dei festival che si fanno o delle fondazioni. Non si possono fare delle cose estemporanee che non c'entrano niente. Gli eventi che si propongono non devono essere segnati da conflitti di interesse da parte di chi li propone. Tutto quello che finanzia la Regione Campania non deve essere per nessuno un'occasione per promuovere un sistema di relazioni personali o per passare qualche giornata di ferie a spese della Regione, ma devono essere eventi nella più assoluta trasparenza. Le regole sono quelle che vi ho ricordato, se non ci sono coincidenze di obbiettivi ci si separa».

Al punto che l’indesiderato Saviano, in un video sui social ha detto: «Sono stato invitato al Festival di Ravello. Il cda propone gli ospiti e poi c’è il `cdi´, il comitato di indirizzo composto da figure politiche amiche di De Luca... Io sarei andato a titolo gratuito, anche se gli ospiti di un Festival andrebbero pagati... I festival culturali sono sempre più determinati dalla politica: Italia, cultura, amici, amichetti, paranze... Stanno avvelenando un festival che poteva essere meraviglioso e che è condizionato dalle consorterie. Don Vicié... Non c'è nessun problema: non vengo...».

Dopo tutte queste vicende, gli organi direttivi (cda e cdi) si sono espressi chiarendo che la scelta di ospitare Roberto Speranza, Roberto Saviano e Stefano Boeri nell'ambito delle iniziative culturali del festival, non è stata condivisa in Consiglio d'Indirizzo e Consiglio di Amministrazione.

«L’ex presidente della Fondazione Ravello, scavalcando ruoli e funzioni istituzionali, ha tentato di imporre al Direttore Generale, senza alcuna precedente informativa agli organi della Fondazione e senza alcuna deliberazione collegiale, un ciclo di dibattiti fuori dalla programmazione del Festival ritualmente approvata sulla base della relazione del Direttore Artistico. Non vi sono in questa vicenda martiri della libertà di pensiero, ma più banalmente si presentano palesi violazioni delle norme che governano la vita delle persone giuridiche. I componenti degli organi statutari si riservano ogni più efficace tutela nelle sedi opportune dinanzi a eventuali affermazioni false e diffamatorie», hanno spiegato i Consiglieri di indirizzo Lorenzo Lentini (Presidente), Almerina Bove, Luigi Buonocore, Salvatore Di Martino, Stefano Giuliano e Michele Strianese e i Consiglieri di amministrazione Diomede Falconio e Paolo Imperato.

Quindi un riferimento alla dichiarazione di Scurati: «I componenti del Consiglio di amministrazione e del Consiglio di indirizzo sono persone libere e autonome non meno del presidente dimissionario. Probabilmente non a tutti è chiaro che essere liberi presuppone il rispetto delle norme, ivi comprese quelle che delineano ruoli e funzioni ed impongono la collegialità delle decisioni».

(Foto: Fastbook)

 

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