CronacaRavello: 28 e 30 maggio i pianisti Romano e Giacopuzzi all’Annunziata

Ravello: 28 e 30 maggio i pianisti Romano e Giacopuzzi all’Annunziata

Inserito da (ranews), lunedì 28 maggio 2018 12:31:31

Continuano gli appuntamenti della Ravello Concert Society.Lunedì 28 maggio, alle 21, al Complesso monumentale dell'Annunziata il pianista Fabrizio Romano aprirà il suo recital con la sonata K.283 di Wolfgang Amadeus Mozart, la quinta delle prime sei Sonate per pianoforte solo che "l'enfant prodige" compose a Monaco di Baviera nel 1775. La K. 283 è, tra le sei sonate, la più "normale": piana, discorsiva, disimpegnata, l'obiettivo perseguito è il desiderio di piacere, di rendersi bene accetto ai dilettanti e Mozart lo raggiunge perfettamente senza impoverire le strutture, riuscendo così "nascondere" il sapere dietro l'apparente ovvietà, come è tipico del genio saliburghese. Le altre due sonate in programma sono la op.2 n.3 di Beethoven e la sonata op. 143 di Franz Schubert. Nel febbraio del 1823, pochi mesi dopo la nascita della solare Wanderer-Phantasie, una cupa ombra di morte cala improvvisamente sul tenero mondo poetico schubertiano materializzandosi nella tetra e angosciosa Sonata in la minore (pubblicata postuma nel 1839), che inaugura la serie delle sette straordinarie ultime Sonate composte da Schubert. I biografi del musicista pensano a una sua crisi depressiva della quale probabilmente erano responsabili i primi sintomi della malattia che l'avrebbe condotto a morte prematura di li a cinque anni.

 

La pianista veronese Maddalena Giacopuzzi sarà invece la protagonista del concerto di mercoledì 30 nel corso del quale proporrà la Toccata in Do minore BWV 911 di Johan Sebastian Bach, la Sonata op.58 di Copin e la Suite Bergamasque di Debussy. A seguire la Sonata in Si minore op. 58 di Chopin. Delle tre sonate composte da Chopin (di cui la prima è un'opera giovanile catalogata come n.1 anche se pubblicata postuma) l'ultima, la Sonata in si minore op. 58 (estate 1844), è quella che più si adegua allo schema formale tradizionale. La scarsa frequentazione con quella che pochi decenni addietro era la forma principe della composizione strumentale non crea peraltro alcun impaccio al poeta della piccola forma, che espande agevolmente la propria creatività all'interno di un'opera di grandi proporzioni. La seconda parte del concerto, tutta dedicata a Claude Debussy, si conclude con la Suite Bergamasque, di cui il terzo movimento "Clair de lune", liberamente ispirato all'omonima poesia di Paul Verlaine, è sicuramente una delle pagine più note dell'intera produzione musicale di Debussy.

Galleria Fotografica