CronacaRavello, quando il potere logora chi non ce l’ha (più)

Ravello, quando il potere logora chi non ce l’ha (più)

Inserito da (Redazione), venerdì 9 novembre 2018 10:01:25

«Dove è odio fa ch'io porti amore». Se ce lo avesse detto un frate francescano avremmo chinato, penitenti, la testa pur essendo, in coscienza, convinti di non essere tanto peccatori.

Ma che la predica ci venga da uno dei più grandi seminatori di odio che la storia revellese ricordi ci pare francamente ridicolo.

Dal suo solito pulpito dispensa sermoni a buon mercato forse per gettare fumo negli occhi dei suoi followers o dei lettori dell'altro ambone graziosamente offertogli, pur di negare l'evidenza.

Riteniamo sia troppo avveduto il Sindaco di Ravello (oggi addirittura gratificato dalla conclamata amicizia di chi, chiaramente in nome della pace, lo aveva quasi mandato in galera) per non sentirsi imbarazzato da questa, chissà quanto disinteressata, comunione di intenti.

Perché, venendo a ciò che ha fatto perdere le staffe al degno discepolo di Andreotti (che sosteneva "il potere logora chi non ce l'ha"), questo giornalaccio diretto dal signor nessuno (così il neocatecumenale di cui sopra scambia il segno della pace) si era limitato a riportare una stravagante situazione.

Solo apparentemente formale ma che la dice lunga sulla protervia del protagonista che, semplice dipendente della Fondazione Ravello, usa strumenti e mezzi non suoi, nell'orario di lavoro, per dare sfogo alla sua smania di protagonismo ripetendo pari pari (se è vero, come è vero, quanto ha riferito il nostro Sindaco) tutto ciò che quest'ultimo va argomentando e reclamando da tempo, ossia una razionale e proficua messa a sistema dei tre tesori pubblici (non dimentichiamolo mai!!!) di Ravello.

Ci eravamo solo chiesti perché una missiva su carta intestata del Comune risultasse confezionata in altra sede visto che l'avvocato Di Martino non ha certo bisogno di "suggeritori occulti".

Delle due, l'una: o il primo cittadino ha avuto improvvisa necessità di uno scribacchino (e non lo crediamo) o forse, sul futuro scacchiere della Fondazione c'è qualcuno che vuole fare almeno la parte della torre visto che il suo cavallo (sempre se sia lo stesso di prima) lo ha disarcionato.

Prima di dare consigli di serenità e pace cominci il nostro Fratello Sole a tranquillizzarsi: il Direttore e i collaboratori di questo fogliaccio non aspirano ad un posto nella Storia che lui si è già autoassegnato, ripetendo anche la solita excusatio non petita di non aver mai approfittato del "suo ruolo e della enorme quantità di soldi pubblici gestita" (ipse dixit).

Questi poveracci, ospitati dal magnanimo Parroco in una stanzetta del complesso dell'Annunziata - che chissà come è sfuggita alle brame dell'unto del Signore - cercano di fare al meglio solo il proprio dovere civico prima che professionale.

E soprattutto non accettano lezioni di civiltà, onestà (intellettuale e non), moralità da chicchessia. Soprattutto da coloro che, improvvisamente, si scoprono operatori di pace a cui è promesso il Regno dei Cieli.

Così, direttamente, senza nemmeno la... solita raccomandazione.

La Redazione

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