CronacaRavello, Ribalta non gradita a Villa Rufolo: «Nostri figli cacciati come appestati»

Ravello, Ribalta non gradita a Villa Rufolo: «Nostri figli cacciati come appestati»

Inserito da (Redazione), martedì 20 novembre 2018 19:41:35

Sulla discutibile scelta della Fondazione Ravello di non concedere la sala teatro di Villa Rufolo al gruppo teatrale "La Ribalta" per le attività dedicate principalmente ai ragazzi di Ravello, interviene Anna Lucibello che da madre esprime il proprio dissenso rispetto a scelte "politiche" che estromettono i Ravellesi da un bene pubblico che appartiene a tutta la collettività, uno spazio vitale per consentire soprattutto quel momento sociale che manca sempre più nella città della Musica.

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Segue testo a firma di Anna Lucibello.

Caro Direttore,

premetto che questa lettera è frutto esclusivo della mia indignazione scaturita dalla lettura del tuo articolo. Quindi se paghi e sei "straniero" il Teatro ha una destinazione ed è agibile. Se, invece, sei di Ravello e hai meno di diciotto anni e vorresti ritornare a recitare nel luogo che da bambino ti ha fatto sognare come per un nefasto incantesimo, il Teatro ritorna inagibile! Ci si può spogliare, ci si può mangiare ci si può anche costruire un palco ma non devi essere di Ravello o meglio non devi fare parte di quel gruppo. Questi ragazzi da tra anni ormai vengono cacciati come appestati, devono pagare chi sa quali colpe ma, a Natale allietano la serate di turisti e soprattutto di noi ravellesi.

Le istituzioni tutte non provano neanche un minimo di vergogna a praticare questa politica dell'odio? La popolazione sa che questi ragazzini che vogliono essere come Franco Lucibello come Enzo, come Armando, come Anna, come Alfonso, come Andrea e via di seguito, quando vanno altrove vengono apprezzati perchè sono ragazzi sani educati a modo, nel loro paese da tre anni si devono arrangiare.

La Fondazione Ravello dice di occuparsi di cultura allora perchè dopo aver incassato nel nostro nome durante l'estate non mette a disposizione quel luogo "magico" per far sì che grandi e piccini possano continuare a sognare? Al Deus ex machina dico, da mamma, che i ragazzi non molleranno, perché sono tosti, caparbi e soprattutto sono giovani come lo erano loro ma purtroppo il potere becero lo ha fatto dimenticare.

Grazie dell'attenzione.

Anna Lucibello

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