CronacaSecondo week-end d'autunno da sold out per i concerti di Ravello [PROGRAMMA]

Secondo week-end d'autunno da sold out per i concerti di Ravello [PROGRAMMA]

Inserito da (Redazione), venerdì 28 settembre 2018 11:12:16

Dopo gli ultimi due concerti all'Annunziata da sold out (foto), stasera, venerdì 28 settembre, la rassegna della Società dei Concerti si sposta al Ravello Art Center.

Alle 19, nel raffinato "Studio d'artista" nel cuore di Ravello, i pianisti Federica Monti e Fabio Bianco apriranno il loro programma per due pianoforti con il Larghetto e Allegro in Si bemolle maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart.

Seguirà il Grande pezzo da concerto composto da Franz Liszt sulle "Romanze senza parole" di Mendelssohn. Le Romanze senza parole (titolo originale tedesco: Lieder ohne Worte) sono 48 brevi brani per pianoforte composti da Felix Mendelssohn tra il 1829 ed il 1845. Furono pubblicate in otto raccolte di sei brani ciascuna. I primi tre pezzi furono appunto usati da Liszt per il "Grosses Konzertstück über Mendelssohns Lieder ohne Worte" per due pianoforti composto nel 1834 ed eseguito la prima volta in duo con una sua allieva nell'aprile 1835. Il brano si apre con un tema introduttivo, ciclico a modo di "promenade" (di Mussorgskiana memoria) che introduce alcune romanze.A seguire l'op 56 di Johannes Brahms, le "Variazioni su un tema di Haydn", e precisamente il tema del "Chorale S. Antonii" tratto dal Divertimanto n. 6, Hob:II:46. Si tratta della trascrizione per due pianoforti dell'omonima composizione per orchestra op. 56a. Brahms fu tra i primi musicisti a considerare la musica del passato come oggetto di studio; non solo la musica del classicismo, ma anche la musica corale rinascimentale e barocca, accessibile allora quasi esclusivamente attraverso manoscritti. Ma il "ritorno al passato" è per Brahms tutt'altro che una semplice conservazione, è piuttosto un atteggiamento di ricerca omnicomprensiva verso la storia musicale e le sue tecniche compositive. Il concerto si conclude con un altro grande autore che fece delle trascrizioni di capolavori di altri compositore una sua precisa cifra stilistica e compositiva, ovvero Franz Liszt. Le Réminiscences de Don Juan di Mozart sono una tra le perle lisztiane più tecniche e virtuosistiche di questo repertorio, un vero e proprio tourbillon di musica reso vivido dai cromatismi e dalle volate incessanti.

Ed è proprio al grande musicista ungherese che il pianista Alessandro Marano dedica interamente il suo recital in programma sabato 29 settembre, all'Annunziata che si apre con La Sonata in si minore. Unica composizione di Liszt a riferirsi ad una forma classica, fu conclusa il 2 febbraio 1853 e dedicata a Robert Schumann. In quei giorni Liszt era a Weimar, dove, sollecitato dalla principessa Caroline Sayn-Wittgenstein, si dedicò alla composizione di poemi sinfonici per orchestra. Autore soprattutto di musica a programma - un tipo di composizione musicale che consiste nel descrivere o nel narrare una storia con mezzi puramente musicali - Liszt, in questa Sonata, mostra la sua abilità a ricercare, spasmodicamente, nuovi spazi armonici e formali. La Sonata si articola in un unico movimento della durata di una trentina di minuti e prende l'avvio da un tempo lento di sette battute, di carattere meditativo, che costituisce una specie di sigla per l'intera composizione (riapparirà, infatti, nella parte centrale e alla fine). Sarà poi la volta di 4 degli Études d'exécution transcendante, S.139, e precisamente: il n.1. Prelude, il n. 11. Harmonies du soir, il n. 6. Vision e il n. 4. Mazeppa. La versione definitiva delle Études d'exécution transcendante, dedicata al maestro viennese Carl Czerny e pubblicata nel 1852, è il frutto di un lungo lavoro cominciato almeno venticinque anni prima e concretatosi in due precedenti versioni pubblicate rispettivamente nel 1827 e nel 1837.Nel 1827 il Liszt sedicenne progetta una grande raccolta di quarantotto Studi in tutte le tonalità con finalità didattiche, secondo il modello del Clavicembalo ben temperato di Bach. Del monumentale lavoro uscirà il solo primo fascicolo di dodici Studi che saranno alla base, pur con radicali modifi che, delle future versioni.La seconda versione dei dodici Studi esce nel 1837 dedicata a Frédéric Chopin ma presenta difficoltà tecniche spaventevoli. Nella terza e definitiva versione degli Studi, a cui il compositore lavorò sino al 1860, vengono stemperati gli eccessi di virtuosismo e i medesimi effetti vengono ottenuti con una scrittura più limpida e una struttura formale più lineare.La seconda parte del concerto presenta 3 brani che appartengono alla categoria delle parafrasi, o anche «reminiscenze» o «fantasie» a partire da opere di altri compositori, in cui Liszt riusciva a forgiare vere e proprie nuove opere che si distaccavano per struttura formale e ricchezza inventiva dal motivo ispiratore. E' questo il caso della Danza sacra e del duetto dall'Aida di Verdi, ma soprattutto della famosissima Paraphrase de concert sur Rigoletto. Dall'opera di Verdi, andata in scena a Venezia nel 1853, Liszt prende una delle pagine chiave, il grande quartetto dell'atto terzo «Bella figlia dell'amore». Nella parafrasi il pianoforte mantiene l'indipendenza e l'interrelazione delle linee melodiche delle quattro voci, ma le arricchisce con le più ingegnose risorse della tecnica pianistica, in un cimento trascendentale. Per finire Marano eseguirà la Phantasiestück über Motive aus ‘Rienzi', basato sull'inno di battaglia "Santo spirito cavaliere" dall'opera "Rienzi" di Richard Wagner.

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