Storia e StorieRavello: addio a Luigi Cioffi, una vita nel settore edile e per le tradizioni

Ravello: addio a Luigi Cioffi, una vita nel settore edile e per le tradizioni

Inserito da (Redazione), domenica 13 novembre 2016 17:08:13

Ravello e il borgo di Sambuco piangono la scomparsa di Luigi Cioffi, venuto a mancare la scorsa notte, a 89 anni.

Mastro costruttore e amante della musica popolare, era solito suonare nacchere e tamburo.

Devoto di Maria Santissima della Pomice, protettrice del borgo di Sambuco, era sempre un prima linea nell'organizzazione di festeggiamenti in onore della Vergine.

Ne danno la triste notizia la moglie Giustina, i figli Anna Maria, Rita, Daniele e Giulio, le nuore, i generi, le sorelle Trofimena, Margherita e Anna, i cognati, i nipoti, i pronipoti e i parenti tutti.

I funerali si svolgeranno domani, lunedì 14 novembre, alle 10, muovendo dalla casa dell'estinto in Via Sambuco 8, per il Duomo di Ravello.

Il Vescovado partecipa commosso al dolore della famiglia Cioffi esprimendo i sentimenti del più accorato cordoglio.

IL RICORDO DEL VICESINDACO SALVATORE ULISSE DI PALMA

E' stato stamane un tutt'uno: ricevere la triste notizia e rivederlo allegro, spensierato, il suo volto proteso nella mimica facciale di chi canta e quel dolce appassionato percuotere la tammorra.

Quante volte l'abbiamo applaudito nelle sue esibizioni e quante volte ci ha incantato!

Giusto un attimo e poi il film dei nostri rapporti si è srotolato, mi è apparso nitido, vero, reale.

Zì Luigi non c'è più!

E' andato via .

E' scomparso tra il rimpianto di tanti, perché l uomo giusto, il saggio, non può che lasciare una sequela enorme di ricordi.

Lui l'uomo fattosi da solo, l'uomo che ha costruito la propria famiglia a sua immagine facendo del lavoro la ragione della sua esistenza non disdegnò mai il rapporto con gli altri, seppe essere generoso e altruista sempre specie per la sua amata frazione Sambuco.

Il suo capolavoro, al di là dei beni terreni, al consuntivo finale è la sua famiglia.

Una famiglia cresciuta nel culto del lavoro, dell'onestà, della solidarietà.

Una terribile malattia l'ha divorato, giorno per giorno, distruggendo la forte fibra allenata dal duro lavoro di una vita ma, ancora di più la voglia di stare con la sua gente e, come una candela, lentamente si è spento, mentre la luce, il bagliore emanato fino all'ultimo istante della sua vita terrena resta stella polare per i suoi cari e per quanti gli hanno voluto bene.

A tutti i familiari ed in particolare a Giustina sua moglie adorata un abbraccio fraterno, scaturito spontaneamente dal ricordo di un rapporto tante volte professionale ma, ancora più umano tra me e Zì Luigi.

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