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Cronaca

Ravello Concert Society, gli appuntamenti del 3 e 5 settembre

Inserito da (Redazione), domenica 2 settembre 2018 16:41:19

Prosegue il corposo programma di concerti da camera al Complesso Monumentale dell'Annunziata di Ravello.

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Lunedì 3 settembre di scena il Quartetto d'archi dell'Accademia Sannita.

Il primo tempo è interamente dedicato al Quartetto in do maggiore K. 465 di Wolfgang Amadeus Mozart, l'ultimo del celebre gruppo di sei che Mozart dedicò a Haydn. Lo stesso anziano maestro, dopo avere ascoltato i tre ultimi Quartetti della serie, ne ebbe parole di grande apprezzamento: «suo figlio è il più grande compositore ch'io conosca di persona e di fama - ha gusto e soprattutto la più grande scienza della composizione», disse poi a Leopold Mozart. Eppure tante furono invece le perplessità e lo scandalo che il suo Adagio introduttivo suscitò dall'uscita e ancora a lungo nell'Ottocento persino presso i più fanatici mozartiani, tanto da far denominare l'intero Quartetto «Quartetto delle dissonanze».

In realtà l'arditezza dei rapporti armonici, a cominciare dalla frase che il primo violino ripete al principio, rappresenta proprio una prova della modernità di Mozart. In definitiva, Mozart intendeva rendere omaggio non solo ad Haydn, ma allo stile quartettistico forgiato da Haydn.

Nel secondo tempo il Quartetto per archi n. 2 di Aleksander Borodin. Figlio naturale di un principe georgiano, Borodin cominciò ad apprendere le prime nozioni musicali all'età di otto anni, quando la madre gli regalò un flauto che imparò a suonare da solo. Nonostante gli studi di medicina e la professione di Medico e docente di chimica, la musica rimarrà la sua principale passione. Fu autore oltre che del Principe Igor e del fortunatissimo pezzo sinfonico intitolato Nelle Steppe dell'Asia centrale, di sinfonie e di varia musica da camera, tra cui due Quartetti per archi. Il migliore per freschezza e naturalezza di espressione è quello in re maggiore, in programma stasera, la cui composizione risale agli anni tra il 1881 e il 1885.

Mercoledì 5 settembre sarà la volta del Duo piemontese composto dalle sorelle Ferrara, Laura (viola) e Elisa (pianoforte).

Dopo la sonata op. 15 di Paul Juon, le due sorelle torinesi propongono i Märchenbilder di Robert Schuman. Nel brano, il cui titolo potrebbe tradursi in italiano come Quadri fiabeschi, riecheggia lo spirito delle «storie fantastiche» di gusto tedesco, ricche di simboli e di allegorie legate alle leggende popolari. Suggestiva è l'atmosfera poetica misteriosamente evocata attraverso la magia del suono. La composizione è costituita da quattro pezzi di durata breve. La loro forma è piuttosto libera rispetto alla sonata classica e anche la successione degli andamenti è inusuale (moderato-veloce-veloce-lento), ma il legame tonale fra essi è forte.

In ciascuno dei quattro tempi sono puntualizzati stati d'animo diversi: quattro momenti o miniature musicali che vanno apprezzati per la purezza e delicatezza inventiva della frase melodica senza voler trovare ad ogni costo un nesso logico.

Mikhail Glinka cominciò a dedicarsi alla Sonata in re minore per viola e pianoforte nel 1825, quando compose il primo movimento (Allegro Moderato). Si tratta di un lavoro giovanile che presto l'autore interruppe per dedicarsi ad altro. Il secondo movimento (Larghetto ma non troppo) fu completato nel 1828. Il movimento finale sarebbe dovuto essere un rondò basato su un tema popolare russo, che però non vedrà mai la luce. Nel 1853 invece Glinka operò una revisione sui due primi movimenti, ed è questa la versione che sarà proposta dalle sorelle Ferrara.

La romanza op. 85 di Max Bruch risale al 1911. Nonostante l'età (73 anni) Bruch era allora all'apice della sua vena creatrice, come è ben dimostrato dal brano in programma. In origine la composizione nasce per viola ed orchestra, dedicata da Bruch a Maurice Vieux, all'epoca primo violista dell'orchestra dell'Opera di Parigi. Fu proprio il successo dell'opera a spingere il compositore ad arrangiarla per viola e pianoforte. Grazie alle melodie ricercate ed al lirismo drammatico il brano è spesso incluso con successo nei concerti per viola e pianoforte.

Il concerto si chiuderà con l'Elegia op. 30 del compositore belga Henri Vieuxtemps.

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