PoliticaBagordi notturni post matrimoni a Ravello: Nicola Amato propone un codice di autoregolamentazione

Bagordi notturni post matrimoni a Ravello: Nicola Amato propone un codice di autoregolamentazione

L’autoregolamentazione degli esercizi nel non somministrare alcolici a persone che già risultano in evidente stato di ubriachezza e l'istituzione di Security che presti servizio notturno, finanziata dai gestori delle attività

Inserito da (Redazione), domenica 26 maggio 2019 10:31:36

Con l'inizio della nuova stagione turistica a Ravello torna l'allarme schiamazzi notturni post party nuziali.

Dopo i clamori della scorsa estate, col parroco Don Angelo Mansi, costretto più volte ad alzare la voce e a chiedere l'intervento di sindaco e Carabinieri per mettere fine ai continui bagordi notturni in piazza da parte di turisti stranieri ubriachi, il fastidio sembra riproporsi. Già nelle scorse settimane le prime avvisaglie, col parroco costretto ancora a ricorrere ai Carabinieri.

Il consigliere comunale di "Ravello nel Cuore", Nicola Amato, ha scritto al sindaco Salvatore Di Martino, proponendo l'attuazione di un vero e proprio codice di autoregolamentazione in materia di pubblica sicurezza e decoro urbano.

IL TESTO

"Egregio signor Sindaco,

Nei giorni scorsi, come già in passato, si sono registrati, a Ravello, episodi di disturbo della quiete pubblica, legati, molto probabilmente all'uso smodato di sostanze alcoliche. Unitamente a questi episodi sono state segnalate presenze di persone (straniere) ubriache che vagavano senza meta per il paese, alcuni sorpresi a dormire in aree pubbliche, altri non completamente vestite...

Episodi di questo genere si verificano da alcuni anni e riguardano soprattutto turisti che partecipano a feste private come matrimoni ed eventi vari.

Con il cambiamento dei costumi e del modo di fare turismo, nonché per l'industria dei matrimoni molto fiorente a Ravello, è necessario che si corra ai ripari per far sì che ciò che si è costruito in un secolo di crescita economica di questo paese non si disperda in poco tempo.

Gli episodi descritti, unitamente a tanti altri non riferiti, spesso esasperano i residenti e i turisti che giungono a Ravello per godere delle bellezze del nostro paese ma anche di momenti di relax e che vedono disturbata la loro quiete.

Il vedere girovagare persone ubriache nelle ore notturne, a vote semivestite o che provvedono ai propri bisogni fisiologici lungo le vie, o che ancor peggio, lasciano o lanciano bottiglie di birre o di vino a terra, non è un buon messaggio pubblicitario per Ravello tanto da accomunarla alle tante città aimè famose per le movide notturne.

Lo spirito di Ravello non è questo e non possiamo permetterci il lusso di passare alla cronaca per episodi, di per sè pericolosi.

Di chi la colpa? Di tutti e di nessuno!

Per cui è necessario correre ai ripari, non preannunciando ordinanze per la limitazione degli orari della somministrazione nei bar, ristoranti e soprattutto alberghi, ma con un codice di autoregolamentazione da scrivere e sottoscrivere con gli stessi esercizi al fine di limitare, se non debellare, i fenomeni prima descritti.

Una sorta di protocollo di intesa tra operatori e pubblica amministrazione a partire dalla comunicazione al Comune degli eventi da attenzionare, sebbene di natura privata, l'istituzione della figura del tutor da parte degli esercizi per l'accompagnamento degli ospiti che non sono in grado di raggiungere le proprie residenze, l'autoregolamentazione degli esercizi nel non somministrare alcolici a persone che già risultano in evidente stato di ubriachezza, la riduzione del livello dei rumori, etc..

Non ultimo la possibilità di una Security che presti servizio notturno, finanziata dai gestori delle attività, che intervenga in tutte quelle situazioni a rischio i cui costi ricadrebbero su chi organizza gli eventi.

In materia di disturbo alla quiete e al riposo delle persone, nonché alla somministrazione di alcool a persone già ubriache, vi è già una disciplina penale, ma lo spirito dell'iniziativa deve essere quello di salvaguardare un patrimonio di cultura turistica (che si traduce in economia) che viene da molto lontano.

Nell'interesse della collettività lo scrivente si dichiara disponibile a predisporre apposita bozza del protocollo d'intesa con gli operatori".

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