Tu sei qui: PoliticaRavello, il cipresso secco accanto alla Torre di Villa Rufolo: “Un presente morto vicino a un passato glorioso”
Inserito da (Admin), lunedì 8 settembre 2025 07:34:25
di Secondo Amalfitano
Normalmente, per descrivere situazioni, condizioni, stati d'animo, ricorriamo alle parole; ma a volte un'immagine evoca molto di più; spesso la forza comunicativa di una foto è di gran lunga superiore alle parole.
Credo che questa foto parli più e meglio di un trattato dal titolo: "RAVELLO OGGI".
Quello che ritrae l'immagine è l'icona di Ravello: la torre d'ingresso di Villa Rufolo che, insieme al Duomo, domina la piazza principale della città, sicuramente una delle due o tre immagini più diffuse al mondo da quando Luigi Cicalese prima, e poi milioni di cittadini, hanno ripreso quest'angolo.
Purtroppo, ad attualizzare questa foto è il cipresso che, solo nel 2013, fu piantato per sostituire quello originale che, dopo oltre un secolo di onorato servizio, passò a miglior vita anche a causa di un attacco fungino che ne aveva minato le radici.
Cose che capitano, mi direte! Sicuramente sì, ci mancherebbe altro; ma quello che non può e non deve capitare è che questa brutta realtà resti per mesi e mesi sotto gli occhi del mondo a testimoniare incuria, sciatteria e abbandono.
Ricordo molto bene quando capitò la stessa cosa nel 2013: altri tempi, altra sensibilità, altri uomini. In poche settimane fu rimosso e sostituito, con contestuale bonifica del terreno. Ma tutto questo non lo sanno le centinaia di migliaia di persone che hanno attraversato, quest'estate, la piazza; e, ancor di più, i visitatori di social e tv che hanno riprodotto le immagini; purtroppo non lo sanno neanche i responsabili di questo decadimento, non lo sanno perché forse troppo presi a trastullarsi e a vanagloriarsi con titoli, amenità e facezie .
Ravello sta attraversando un periodo poco felice. Di tanto c'è una consapevolezza diffusa e generale, percepita dal mondo intero con la sola eccezione di chi ormai vive su un altro pianeta. E, come spesso capita, se qualcuno vuole migliorare le cose cercando di formare i giovani per il futuro, viene additato come l'untore di turno ed etichettato con epiteti che inquinano e qualificano le lingue di chi li pronuncia, e non certo le orecchie di chi li ascolta.
Stiamo assistendo in questi giorni a un fenomeno puerile: mentre la quasi totalità dei Ravellesi plaude o, al più tace, di fronte alle nuove iniziative che mirano a formare leve per il futuro, in pochi si agitano ed hanno reazioni inconsulte. Guarda caso, sono solo quelli che temono non per il futuro di Ravello, ma per il loro. Il termine puerile è usato nel senso letterale, perché in genere colpisce i piccoli che difendono con le unghie i propri giocattoli; il dramma è che non stiamo parlando di un giocattolo e men che meno di piccoli.
"Chi è senza peccato scagli la prima pietra", dicono le Sacre Scritture. È vero! Ma la coscienza impone a tutti di adoperarsi per il proprio paese e per i posteri, che non devono pagare per le colpe di pochi. Ancora una volta, l'invito a non girare la faccia dall'altra parte è rivolto soprattutto ai giovani.
A loro dico: "Evitate che il nostro paese, RAVELLO, diventi quello della foto: un presente morto accanto a un passato glorioso e vivo! Dedicarsi al futuro del proprio paese non è affatto una cosa 'sporca' da cui stare lontani, come qualche cantastorie cerca di farvi credere! La POLITICA è un'arte nobilissima e pulita; purtroppo, spesso e sempre più, sono sporchi gli interpreti che la praticano. Non tiratevi fuori e combattete per il vostro futuro a testa alta, esattamente come fecero quelli che hanno scritto la nostra storia, la storia di Ravello".
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