Tu sei qui: Storia e StorieLe antiche porte e i rioni della città fortificata: viaggio nel passato di Ravello
Inserito da (Admin), giovedì 20 novembre 2008 10:57:39
di Luigi Buonocore
Nel Medioevo l'accesso alla città era possibile almeno da tre porte: a settentrione, nel rione Lacco, era la Porta de la Terra e, più avanti, la Porta San Martino; ad oriente, sulla via che portava a Minori, si trovava, invece, la Porta Domnica. La città era protetta da tre castelli. Tra i territori di Ravello e di Tramonti, si ergeva il castello di Trivento o di Montalto e, sul Monte Brusara, il castello di Fratta, costruito durante la dominazione normanna e restaurato in età federiciana.
In località Civita era invece situato il Castello di Sopramonte. "Ravello fu dapprima tutta murata e guarnita di alte torri delle quali se ne veggono ancora le vestigia". Il centro urbano era circondato da una triplice cerchia di mura: dal castello di Fratta la cortina orientale arrivava fino ai confini di Minori mentre quella occidentale raggiungeva la valle di Scala. Dalla Porta de la Terra un secondo ordine circondava tutta la città, lasciando scoperte quei luoghi "muniti di fermissime rocce". Un ultimo ordine, infine, partendo dalle mura dell'ospedale in Gradillo, cingeva il Toro, quartiere dei nobili dove non potevano abitare "quelli del popolo". La città si articolava in rioni, tra questi vanno menzionati Toro, Lacco, San Martino, Ponticeto, Pendolo e Costa. Oltre le mura si estendevano il casale di Torello, con terreni coltivati ad ulivi, viti e limoni, quello di Sambuco, importante per la produzione di legna, ed infine, a nord-est di Minori, Forcella, la "Villa Ravellensium". In tutto il territorio le chiese costituirono un punto di riferimento per il borgo circostante, ne divennero il centro ideale ed effettivo assumendo un ruolo di guida non solo nel campo spirituale ma anche in quello sociale ed economico. Il duomo (XI sec.) fu la sede del Vescovo di Ravello che aveva il privilegio di dipendere direttamente dalla Santa Sede grazie alla Bolla Pontificia del 1090.
La chiesa di San Giovanni del Toro (XI-XII sec.) fu fondata dai nobili che si erano fortificati nel quartiere Toro mentre in Santa Maria in Gradillo (XII sec.) si radunavano i capi dell'Università di Ravello e, nell'ottobre 1323, il Capitano Generale prendeva possesso del ducato di Amalfi. Degna di nota è la Madonna dell'Ospedale, così detta perchè costruita nei pressi di un ospedale, forse il più antico del ducato amalfitano. In "platea S. Adiutioris", la principale piazza della città, contraddistinta dalla presenza di numerose botteghe, sorsero oltre alla chiesa di Sant'Adiutore, la chiesa di Sant'Elia e la Chiesa parrocchiale di San Pantaleone ed un convento agostiniano soppresso nel XVII sec.
Domina dall'alto la chiesa di San Trifone, un tempo annessa al Cenobio benedettino dedicato ai SS. Biagio e Trifone e saccheggiato durante la guerra di successione tra Alfonso d'Aragona e Renato d'Angiò da soldatesche aragonesi. Sul versante Orientale furono edificate le chiese della SS.Annunziata, di Santa Maria delle Grazie, di San Michele, di San Pietro alla Costa e di San Cosma e Damiano. A meridione, invece, sono situati i complessi monastici di San Francesco e di Santa Chiara ultime testimonianze di vita religiosa medioevale.
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