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Inserito da Salvatore Sorrentino (Redazione), domenica 8 novembre 2015 08:39:06
di Salvatore Sorrentino
Sono decenni, ormai, che a Ravello si gioca, non alla prosperità, ma allo sfascio totale.
Sta sotto gli occhi di tutti la situazione scolastica. Ravello è l'unico comune della Costiera che non ha una Scuola Media decente; anzi è semplicemente disastrosa, sia dal punto di vista della stabilità, sia da quello dell'organizzazione, della sicurezza, dell'accessibilità.
Sta ancora sotto gli occhi di tutti il problema dello sport per i bambini, per i ragazzi, per i giovani, per gli adulti e anziani. Anche qui Ravello resta l'unico comune della Costiera a non avere un impianto, neppure indecente.
Mi sono chiesto; perché questa situazione? Eppure ne abbiamo avuti di amministratori intelligenti, volitivi, capaci. Lo hanno dimostrato in altri campi. In questi due, no. Un no secco. Zero assoluto.
In verità, di idee, ne hanno avute; e alcune addirittura futuristiche. E con i fondi necessari disponibili; o facilmente reperibili. Però, realizzazione, niente.
Perché?
Non voglio ritornare indietro di trent'anni, allorché si buttò letteralmente all'aria una Piscina Olimpionica coperta, con progetto approvato, da tutti gli organi, e con fondi finanziati dalla Regione Campania, Assessore allo Sport il futuro Ministro dei Lavori Pubblici on. Carmelo Conte, pienamente disponibili.
Nemmeno voglio parlare del Progetto della Palestra, Olimpionica anche questa, "regalata" dalla proprietaria della Villa di Civita. Anche questa approvata e con i fondi, privati, disponibili. Questa nemmeno memorizzata più.
Capisco: allora bisognava distruggere un mito politico; occorreva capovolgere l'amore dei Ravellesi per un gruppo e indirizzarlo a un nuovo gruppo, con nuove idee, con nuovi obiettivi. Nobile obiettivo. Raggiunto?
Capisco. Anche se, ovviamente, non condivido. Anche se, capisco ancor oggi, si doveva favorire un membro del Consiglio Comunale, della nuova Maggioranza.
Fiat.
Ma dopo? Che se n'è fatto di quelle belle idee, di quelle certezze? Progetti, nuovi anche se simili? Comunque veramente realizzabili? Comunque, il più delle volte, con fondi pronti, disponibili?
Niente. E perché?
Ogni nuova amministrazione doveva distruggere quanto preparato dalla precedente, presentando le sue idee, le sue proposte.
E così ci troviamo senza un decente polo scolastico, senza un anche indecente polo sportivo, senza l'ombra di un locale per gli adulti e, soprattutto, per gli anziani.
E dire che, di volumi e superfici, ce ne sono, e tanti, e pure disponibili. Pensiamo all'area Tennis: superficie del campo, superficie delle cosiddette mattonelle, tutto il piano terra del Palazzo Comunale (un salone grande e varie stanze, ben messe), parte anche del primo piano di Palazzo di Tolla, il fabbricato utilizzato dalla Fondazione, la quale potrebbe molto agevolmente sistemarsi in Villa Rufolo.
Si è tentato di fare qualcosa, ma quelli che son venuti dopo han capovolto ciò che hanno preparato quelli di prima.
Tornando un pochino indietro, un'amministrazione tentò, con i fondi dello sport per la piscina, di organizzare il campo di tennis in modo da essere sfruttato anche nella stagione invernale. Quella successiva distrusse ogni idea e quei soldi furono solo parzialmente sfruttati in "operette" sportive esterne al tennis e lontane da esso, per altro oggi quasi completamente abbandonate.
Un'altra amministrazione ha programmato e progettato un'autofinanziata nuova e ancora più avanzata opera, urbanistica e, allo stesso tempo, sportiva. Ebbene, quella successiva si è persa in una miriade di modifiche dell'opera, per adattarla alle proprie convinzioni, per una migliore utilizzazione da parte dei cittadini, ma con una sola conseguenza: lavori appaltati a cavallo delle due amministrazioni, verso la fine della successiva, restano un punto interrogativo.
Orbene, siamo alla vigilia di nuove elezioni amministrative; parecchie opere sono in cantiere: impianto consortile Ravello-Scala-Atrani di depurazione e smaltimento delle acque fognarie (se la memoria non m'inganna, circa 8 milioni di euro), l'impianto sportivo sotto il parcheggio del centro, di cui pure ho parlato, sistemazione generale delle scuole, altre opere più o meno importanti.
C'è ancora un'altra opera importante, appaltata da mesi, parecchi mesi: restauro del Palazzo dell'Episcopio (comunemente, ma impropriamente, conosciuto col nome di Villa Episcopio). Perché non parte?
Dopo il Santo Natale, di certo cominceremo a sentir parlare di queste cose. Di certo, leggeremo qualcosa. Almeno me lo auguro, perché, in caso contrario, significherebbe la fine della Democrazia a Ravello. Cosa ci diranno?
Pongo una domanda a coloro che, mi auguro, scenderanno in competizione: avete il coraggio di dire che metterete mano subito alla realizzazione di queste opere, senza apportarvi modifiche che ne procrastinerebbero ancora l'inizio? Avete il coraggio di continuare, senza modifiche essenziali, i lavori in corso? Avete il coraggio di ridare ai nostri, pardon, ai vostri ragazzi, ai vostri coetanei, ai vostri genitori, ai vostri nonni, ciò che avevano una volta?
Impegnatevi a completare, comunque, queste opere. Poi, il resto sia, giustamente, di vostra esclusiva competenza e scelta.
E chiudo, con un sincero e sentito augurio: scendano in campo giovani, ragazze e ragazzi. A Ravello, abbiamo un numero considerevole di venti-trentenni, laureati, ma anche e molto seriamente impegnati in tutti i campi della produzione e dell'offerta: datevi da fare perché il vostro bellissimo paese possa risplendere e assurgere ai gradini più alti dell'offerta turistica, monumentale, culturale.
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