Tu sei qui: PoliticaRavello nel Cuore riparte nel segno del rinnovamento. Ulisse Di Palma lascia il gruppo
Inserito da (Redazione), martedì 24 novembre 2015 12:11:50
Si è tenuta sabato scorso, presso l'auditorium della Biblioteca di San Francesco, la prima assemblea pubblica movimento civico "Ravello del Cuore", in preparazione all'appuntamento elettorale della primavera prossima. A sorpresa, al tavolo delle conferenze, mancava il leader del gruppo, il cardiologo Salvatore Ulisse Di Palma che nelle scorse settimane ha annunciato ai vertici del movimento, dopo una serie di consultazioni, di abbandonare il sodalizio nato nel 2011. A fare chiarezza sula decisione ci ha pensato il compagno in minoranza, Luigi Mansi: «Quando le elezioni si perdono bisogna rimettersi tutti in gioco. Il movimento aveva chiesto che a scadenza del mandato tutto andava riscritto e dunque avevamo chiesto anche al capogruppo di fare un passo indietro. Lui ha ritenuto di non voler sottostare a questo principio democratico decidendo di abbandonare il gruppo. Il lavoro svolto in questi cinque anni resta patrimonio del gruppo. Ad ogni modo, semmai Ulisse decidesse di ritornare, saremo lieti di accoglierlo».
Stando ad alcune indiscrezioni Di Palma starebbe già dialogando con l'altra minoranza guidata da Salvatore Di Martino e non si esclude che già dal prossimo Consiglio comunale possa ufficializzare la sua scelta.
Nonostante ciò sabato non si è parlato di nuovo leader. Ravello nel Cuore si riserva di continuare il ragionamento con la base per poter mettere in piedi la miglior squadra possibile alla cui guida possa esserci un candidato sindaco competitivo, la migliore sintesi della compagine.
A Mansi è toccato sintetizzare il lavoro svolto nei quattro anni e mezzo di minoranza, puntando l'attenzione sulle battaglie del movimento: dal sito di trasferenza illegale sulla Ravello-Chiunzi, alle tubature in amianto, dalla tassa di depurazione fino alla spinosa vicenda Fondazione. Con Mansi, al tavolo Nicola Amato, tra i fondatori del sodalizio che ha presentato una sorta di progetto della "Ravello che vorrei", soffermandosi sull'aspetto sociale dell'azione amministrativa inteso come risorsa, immaginando il Comune quale sodalizio consortile tra impresa e cittadino. In particolare il dirigente del Comune di Ravello ha trattato, con dovizia tecnica, temi come il reddito di cittadinanza, il baratto amministrativo e le mission del Comune.
Ha evidenziato, inoltre, come la formazione in loco potrebbe risolvere il problema dell'occupazione, non solo giovanile, che deve essere al primo posto delle preoccupazioni degli amministratori comunali. Ha spronato i giovani e le persone nuove a scendere in campo "ingabbiando e rottamando" chi fino ad oggi ha condizionato il tessuto sociale di questo paese.
Amato, inevitabilmente, si è trattenuto sulla Fondazione Ravello che deve essere considerata una sorta di "Assessorato alla cultura e al turismo del Comune di Ravello" al fine di liberare risorse comunali che devono essere investite nel sociale e nel territorio. Ha prospettato i diversi accorgimenti tecnici da inserire nello statuto al fine di evitare le guerre intestine che stanno logorando Ravello e che ci pongono in negativo sulla ribalta nazionale e internazionale. Ha ipotizzato una struttura societaria più snella ove il Sindaco è il presidente del Consiglio d'indirizzo, ove i membri devono avere un vincolo di mandato e di rappresentanza, vi è un amministratore delegato al posto del CdA e la governance è legata al mandato elettorale del Sindaco, una sorta di spoil system.
Si sono inoltre susseguiti gli interventi dei sostenitori Pasquale Ruocco, Ciro Carfora e Marco Conte che hanno sottolineato la necessità di rinnovamento della classe politica ravellese.
«Se non ora quando?» di tutta risposta Luigi Mansi che strappa l'applauso della platea. «Se cinque anni fa il movimento Ravello nel Cuore era nato per rompere un sistema di potere ormai trentennale, per la prossima primavera l'obiettivo che il movimento si prefigge è la vittoria elettorale che, per il gruppo appare, possibile».
L'appello di Mansi si è rivolto soprattutto ai giovani ai quali il movimento si rivolge e un'apertura totale nei confronti di quanti vogliano dare il loro apporto. «Abbiamo il dovere di metterci alla prova - ha detto in chiusura - e offrire a questo paese la possibilità di scegliere una nuova classe dirigente».
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